I 70 anni del Professor Prost, uno che ci sapeva fare

Alain Prost taglia il traguardo dei 70 anni il 24 febbraio. Auguri. L’ho sempre scritto e dichiarato, io stavo dalla parte di Senna, ma scrivendo il mei Senna Prost, la sfida infinita, ho rivalutato un sacco la figura del Professore. Per quello che è stato prima di incontrare Ayrton sulla sua strada e anche per quello che è stato negli anni del loro duello.

L’ho detto e lo ripeto: Senna non sarebbe diventato Senna se non avesse incontrato Alian sulla sua strada. E viceversa: Prost non sarebbe diventato Prost se non avesse trovato Ayrton sulla sua strada. Si sono spinti uno con l’altro a superare e i limiti. E li hanno superati eccome.

DALLA F1 IN 50 RITRATTI:

Il Professore. Nel caso di Alain Prost il soprannome spiega molto, se non addirittura tutto, del pilota, ma molto meno dell’uomo che spesso, per colpa del suo egocentrismo, è arrivato a clamorose rotture. Il rischio non è mai stato il suo mestiere, preferiva usare altre armi per vincere, ma a uno che ha conquistato 51 gare e 4 mondiali (perdendone uno contro Lauda per mezzo punto!) c’è poco da dire.

Quando serviva sapeva essere velocissimo come nel Gran premio di Francia del 1988 in cui soffiò a Senna la pole. Ad un certo punto della carriera ha capito che “per finire primo, dovevi prima finire (le gare)” e ha modificato il suo stile di guida diventando un professore nella messa a punto della vettura, soprattutto pensando all’assetto da gara.

LA PIOGGIA IL SUO AVVERSARIO

L’importante era che non piovesse perché sul bagnato perdeva la bussola, soprattutto se negli specchietti vedeva il casco giallo di Senna, l’avversario che mai è stato un amico, l’avversario che ha combattuto con tutte le forze, ma anche il rivale che lo ha spinto a migliorarsi sempre. Senna e Prost sono stati un po’ come Ronaldo e Messi: si sono motivati l’uno con  l’altro per inseguire la perfezione. Con la differenza che Alain e Ayrton sono stati feroci nella loro rivalità, arrivata anche oltre i limiti, fino a buttarsi fuori a vicenda.

IL PROST FERRARISTA

La vendetta di Senna nel 1991 ha troncato il sogno ferrarista di Prost, poi finito malissimo con una delle sue dichiarazioni distruttive: “Questa Ferrari si guida come un camion”. Prost era un abile politico, ma se perdeva la pazienza, non sapeva essere diplomatico. Ha litigato con Arnoux, Senna, Mansell. Anche se poi nella memoria del mondo resta la frase tenerissima pronunciata da Senna via radio al Prost telecronista della tv francese nel weekend del maledetto Gp di San Marino 1994: “Alain mi manchi”.

Ha rotto con la McLaren e con la Ferrari. Ha malamente chiuso la sua avventura da costruttore (83 gran premi, ma solo 35 punti dal 1997 al 2001). Ma al volante è stato un Professore. Chi ha amato Senna non lo ha sopportato, ma se si è intellettualmente onesti, non si può non riconoscere la sua grandezza.

Che bello sarebbe potesse esserci qui Ayrton a fargli gli auguri. Sarebbero diventati amici…

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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